“Quello attuale non è uno smart working ma un emergency working. L’ultimo Dpcm ha stabilito una quota del 50% di smart working nella pubblica amministrazione, è chiaro che nei tribunali la differenza la fa la possibilità per i dipendenti di poter accedere agli strumenti di lavoro. Se un cancelliere non può accedere da casa, ad esempio, al processo civile telematico i ritardi si sommeranno ai ritardi sino a rischiare la paralisi della giustizia. Si potrebbe pensare anche un allungamento dell’orario attuale, dalle 8 non alle 14 ma alle 20 garantendo l’accesso alle cancellerie, depositi e processo da remoto. La digitalizzazione deve diventare sempre più preponderante in alcuni settori della giustizia”. Collegamento con Paola Pezzali, avvocato componente dell’Organismo Congressuale Forense……