Lo abbiamo chiesto all’avv. Ettore Nesi, del Foro di Firenze.
“La repentina contrazione degli scambi commerciali e dei consumi e il prolungato
regime di quarantena volontaria sono destinati a protrarsi, seppure con diversa intensità,
fintantoché non si arriverà ad un vaccino e alla somministrazione di massa di esso. I relativi
tempi appaiono tuttavia lunghissimi.
3. La professione forense è quindi destinata a condividere le sorti degli altri settori
produttivi dell’eurozona: una verticale crisi di liquidità, che già nel brevissimo periodo
impedirà di far fronte alle spese ordinarie di tipo fisso (es. canoni di locazione, stipendi del
personale e dei collaboratori) e al pagamento di imposte e contributi previdenziali.
4. Basti qui pensare che, stando così le cose, anche il solo pagamento dell’IVA
(trimestrale o mensile), maturata nel periodo pre-crisi, metterà a dura prova le casse di ciascun
avvocato.
5. Al fine di far fronte nel breve-medio periodo a queste difficoltà è senz’altro
opportuna una moratoria previdenziale, ma è altresì necessario immettere liquidità nel
sistema per tenere in vita le strutture e garantire anche il pagamento dello stipendio del
personale e dei compensi dei collaboratori.
6. A tal fine gli strumenti a disposizione della Cassa potrebbero essere quelli
contemplati dal vigente Regolamento per l’erogazione dell’assistenza, il quale prevede tra le
prestazioni assistenziali erogabili “prestazioni a sostegno della professione” (art. 1, comma
1°, n. 4; artt. 14 e 15).
7. Mi riferisco in particolare alle “agevolazioni per l’accesso al credito” e alle
“agevolazioni per la concessione dei mutui”.
8. Tramite l’istituto bancario convenzionato la Cassa potrebbe cioè agevolare,
garantendo con il proprio ingente patrimonio, l’anticipazione bancaria dei progetti di notula
non ancora riscossi, compresi quelli derivanti da prestazioni a spese dello Stato, ovvero la
concessione di finanziamenti (ipotecari o chirografari) di durata anche ultradecennale a tassi
agevolati.
9. Il dispiegamento di queste misure consentirebbe agli studi di avere a disposizione
la liquidità indispensabile per fare fronte alle spese di cassa che per tutto il 2020 saranno in
massima parte legate al fatturato del 2019.
10. Al contempo il ricorso al credito agevolato consentirà di fare investimenti
sull’innovazione tecnologica e la formazione professionale, approfittando delle enormi
opportunità che il progresso tecnologico sta offrendo nel presente, ma che nell’immediato
futuro saranno ancora maggiori. È infatti evidente che le misure di distanziamento sociale
imporranno nel breve periodo di dematerializzare larga parte delle attività forensi, comprese
quelle di contatto con la clientela e con i collaboratori.
11. In questo modo, allorché diverrà realtà il vaccino contro il covid-19 e l’economia
dell’eurozona potrà finalmente ripartire, nel budget degli studi resterà una rata mensile
“giusta”, perché sostenuta nel periodo di crisi e che sarà tanto più sostenibile in un momento
di ripresa economica.”
Avv. Ettore Nesi del Foro di Firenze