Il tema della prescrizione è politicamente deflagrato negli ultimi fino a raggiungere la compromissione degli equilibri parlamentari. Lo si è notato nel trucco del “poliziotto buono/poliziotto cattivo” messo in scena dai 5 stelle e dal Pd, se da un lato infatti Bonafede aveva mostrato un’apertura verso le due proposte alternative messe sul piatto dai Dem, Di Maio continua a ribadire che l’entrata in vigore della riforma non differirà. Questo il contenuto delle ipotesi alternative sostenute dal PD:

-allungamento della sospensione della prescrizione dopo il processo di primo grado, portando l’attuale sospensione di 18 mesi prevista dalla riforma Orlando a due o tre anni.

-prescrizione processuale, cioè che scatti per i diversi gradi di giudizio. Per la quale ogni fase del procedimento dovrebbe avere una durata: indagini preliminari, primo grado, appello e infine Cassazione.

Ne hanno dibattuto i penalisti milanesi all’Assemblea della Camera Penale di Milano, e la posizione emersa è netta. Lo scenario politico è comunque estremamente variabile, ago della bilancia tra 5 stelle e PD è quell’Italia viva che tramite Renzi prima e Maria Elena Boschi poi non ha mancato nei giorni scorsi di evidenziare la propria contrarietà alla riforma Bonafede. Come si legge oggi su “Il Dubbio” il partito del Nazareno ha votato ieri contro la mozione presentata da Enrico Costa, allegata allo scrutinio finale del dl fisco, che avrebbe impegnato il governo a rinviare la norma Bonafede al 2021. Ma Italia Viva si è astenuta,e non è escluso che quando e se la proposta Costa arriverà ad essere discussa in Aula, voterà in su favore. A destare estrema preoccupazione tra i penalisti tuttavia non è solo la prescrizione abolita…