“Berlusconi deve essere condannato a priori perché è un mascalzone! Questa è la realtà… A mio parere è stato trattato ingiustamente e ha subito una grave ingiustizia… L’impressione che tutta questa vicenda sia stata guidata dall’alto”.

A pronunciare queste frasi è Amedeo Franco, Giudice che nel 2013 fu chiamato a decidere sulla famosa Sentenza Mediaset che condannò Silvio Berlusconi per frode fiscale. Una sentenza che ha posto la fine all’auge del Berlusconi leader, perché da lì è andato a morire quello che era il Popolo della Libertà, ha avuto inizio la rottamazione della politica ed è nato il fenomeno Salvini e i governi Giallo-Verde-Rosso.

E proprio da un audio riguardante quella sentenza, anticipato da Il Riformista e poi fatto ascoltare da Quarta Repubblica, che si riaccendono i fari su una vicenda sempre più scura. Il togato Franco, oggi deceduto, racconta di una porcheria, che c’era malafede.

Nel 2013 Berlusconi venne condannato in via definitiva per frode fiscale. Per i giudici, Mediaset aveva gonfiato i prezzi dei film americani che passavano sulle sue reti attraverso un meccanismo che produceva effetti  di riduzione fiscale per le aziende. Lo schema si basava su un socio occulto, il mediatore Farouk Agrama. A seguito di quella condanna, il Cavaliere venne dichiarato decaduto dal Senato nel novembre del 2013. A marzo del 2014 fu interdetto dai pubblici uffici per due anni.

La condanna del 2013 sarebbe stata messa in discussione da una recente sentenza del Tribunale di Milano, a quanto riferito dai legali di Berlusconi. Sempre secondo gli stessi legali, questa sentenza offrirebbe una ricostruzione ben diversa dalla condanna del 2013. Non a caso, rivela Il Giornale, sarebbe stata inviata a Strasburgo insieme all’audio di Franco.

Vedremo che succederà ma se da in Aula spuntano striscioni a difesa del Cavaliere, anche i suoi principali rivali non lo attaccano. Un nuovo valzer tra politica e magistratura è appena iniziato.