Firenze 27/05/2021 – E’ stato inaugurato questa mattina, presso il Palazzo di Giustizia di Firenze, il Centro permanente di digitalizzazione degli atti dibattimentali delle stragi del 1993, realizzato nell’ambito del protocollo d’intesa tra il Ministero dei beni e delle attività culturali, il Consiglio Superiore della Magistratura ed il Ministero della Giustizia.
La cerimonia, che è stata trasmessa in diretta streaming sul canale YouTube della Corte d’Appello di Firenze, ha visto la partecipazione delle autorità regionali e cittadine, dei rappresentanti del Ministero della Giustizia, dei vertici della Corte d’Appello, Tribunale e Procura della Repubblica di Firenze.
“Dopo oltre un anno di lockdown, ripartiamo con un evento che affonda le radici nella memoria. L’attentato in via dei Georgofili causò una profonda ferita nel tessuto sociale di Firenze. Con il Centro di digitalizzazione abbiamo inaugurato un segmento di un progetto più ampio. La Corte d’Appello mette a disposizione dell’autorità giudiziaria i locali e gli strumenti per poter realizzare la digitalizzazione degli atti dibattimentali. Costituisce un presidio di legalità per mantenere la memoria di quello che è accaduto e rappresenta un punto di partenza utilissimo per le nuove investigazioni. Nel progetto è coinvolta anche l’amministrazione penitenziaria, che ha messo a disposizione persone sottoposte a misure. Per loro rappresenta un riscatto personale e sociale di indubbia importanza” annuncia il Presidente vicario della Corte d’Appello di Firenze, Alessandro Nencini.
“E’ simbolico che il 27 maggio, a 28 anni dalla strage dei Georgofili, si possa inaugurare questo Centro di digitalizzazione che fornisce un supporto molto importante per l’utilizzo e la conoscenza degli atti processuali che ci riportano allo stragismo di stampo mafioso. La Procura di Firenze, con magistrati come Gabriele Chelazzi, si oppose alla mafia che aveva portato lo scontro ad un livello brutale” dichiara il Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani.
“Il Ministero della Giustizia lancia un segnale importante. E’ un’eredità che lascia al Tribunale, al Distretto di Corte d’Appello e in sintesi alle future generazioni. Lo scopo è quello di conservare la memoria e preservare la nostra storia, compiendo un’attività parallela per il Ministero che è quella di inclusione e reinserimento sociale dei detenuti. L’attività degli archivisti di Stato viene destinata ai detenuti, un’occasione per ricucire il loro rapporto con la società e spendere questa loro formazione nel futuro” commenta Margherita Cardona Albini, Magistrato di Gabinetto, in rappresentanza della Ministra della Giustizia.
“La concretezza della memoria è data da questo progetto, si renderanno fruibili gli atti dei procedimenti che saranno consultabili e studiabili dalla comunità e dai nostri giovani. La memoria che ogni anno declamiamo adesso la inveriamo in un atto concreto. Questo progetto è l’esempio emblematico di un modo di lavorare insieme, di integrare le forze di un Paese. Un vero e proprio percorso di giustizia” ha detto la Presidente del Tribunale di Firenze, Marilena Rizzo.
“La digitalizzazione consentirà di conservare i documenti cartacei, che con il passare del tempo correvano il rischio di deteriorarsi, e permetterà di sfruttare tutti i dati contenuti negli atti dibattimentali. Servirà non solo come archivio ma anche come fonte investigativa poiché le indagini su questi fatti non si esauriscono e gli atti potranno servire per la Procura di Firenze e per le altre Procure italiane” sottolinea il Procuratore Capo della Repubblica di Firenze, Giuseppe Creazzo.
“Condividiamo il valore di un progetto che ha un duplice effetto: quello di rieducazione di alcuni detenuti, che vengono formati in un lavoro importante, e quello di costruzione di una memoria condivisibile, facilmente accessibile. E’ una ripartenza con strumenti innovativi e con un’attenzione nuova” manda a dire l’Assessore alla legalità della Regione Toscana, Stefano Ciuoffo.